Durante i weekend Il Gruppo di Nomadic bike si organizza spesso per fare un bel giro in bicicletta fuoriporta. Questa domenica ho avuto la fortuna di unirmi a loro per pedalare fino alla cittadina costiera chiamata La Marsa. Qui di seguito vi racconterò qualche dettaglio della bella giornata passata insieme.
Alle 9 del mattino, davanti al Nomadic bike caffè si è radunato un bel gruppetto eterogeneo di 12 ciclisti, molti dei quali si conoscono già bene, pedalando spesso insieme. L’ambiente era scherzoso e pieno di energia. Dopo un ottimo cafè preso al bar di Nomadic Bike, abbiamo preso la nostra rotta.
Dal quartiere di Bardo, bisogna fare circa 10 minuti in bici per arrivare sull’autostrada. Le vie del quartiere sono sempre abbastanza affollate e bisogna fare particolare attenzione a veicoli e pedoni. Infatti in Tunisia andare in bicicletta non è ancora uno sport comune, anche se il numero di ciclisti è destinato ad aumentare, e il gruppo di Nomadic bike si dedica molto nell’espandere la passione per questo sport.
Una volta raggiunta l’autostrada, la pedalata va più liscia, e l’assenza di grandi salite-discese, unita alle belle viste, rendono l’esperienza molto piacevole. Durante i 24,5 km che separano Bardo, dalla nostra destinazione La Marsa si passa prima di tutto accanto alla grande laguna naturale di Tunisi. Situata sul golfo di Tunisi, la sua superficie di 37 km quadrati formava in passato il porto naturale della città. Avvicinandosi, alla Marsa si attraversa poi il sito archeologico di Cartagine.
Cartagine era la capitale dell’impero punico che dominò gran parte del Mediterraneo sudoccidentale durante il primo millennio a.C. La leggendaria regina Didone, è considerata la fondatrice della città che fu uno dei centri commerciali più importanti e ricchi del mondo classico.
Pedalando si passa per esempio di fronte al teatro romano, a vari templi, e si vedono un gran numero di colonnati. Si respira insomma la grandezza storica di questi luoghi e l’antica eredità della terra tunisina. Nel nostro caso non abbiamo fatto soste, ma certamente è possibile fermarsi per visitare il sito. È infatti consigliato visitare il sito specialmente in bicicletta, vista la sua grande espansione.
Lungo i chilometri finali, sono presenti alcune salite-discese, ma il livello della pedalata resta facile, e in fine si giunge alla Marsa. Ci siamo fermati su uno spiazzale che da direttamente sul mare. La vista è stupenda, e l’acqua luccica di un bel turchese. Date le alte temperature di giugno abbiamo deciso di scendere in spiaggia e rinfrescarci in mare. L’acqua era molto pulita e di una temperatura gradevole, e ci siamo goduti il meritato riposo.
Avvicinandoci ormai all’ora di pranzo ci siamo poi diretti verso un famoso e storico piazzale, sedendoci all’ombra di un colonnato coperto. Al centro del piazzale vi sono numerosi tavolini e ai lati sono posizionati vari banchetti che servono cibi tipici della cucina tunisina. Noi abbiamo provato il “Fricasseé” e il “Plat tunisien”, entrambi considerati tra le pietanze più tradizionali della gastronomia locale. Nel primo caso si tratta di piccoli bignè salati, fritti e poi riempiti con vari ingredienti a scelta, per esempio, il tonno, le olive, l’harissa o le uova sode. Mentre con il “Plat tunisien” si intende una ricca insalata, composta da vari ingredienti, tra i quali: Peperoni, pomodori, cetrioli, cipolle, patate lesse, olive, tonno, harissa. Insomma si tratta di un vero e proprio connubio di sapori e freschezza, che vi consiglio assolutamente di provare.
Da bere abbiamo poi ordinato anche il tipico té tunisino, ovvero un té verde servito con l’aggiunta di foglie di menta e zucchero, che è molto consumato in tutto il paese, e ha un delizioso saporo fresco e dolce.
Il te lo abbiamo preso al Ristorante/caffè “Le Saf Saf” sulla stessa piazza. Si tratta di uno dei caffè più storici e famosi della Marsa.
In origine era un caravanserraglio che accoglieva i viandanti di passaggio. I carovanieri diretti a Tunisi venivano ad attingere acqua per dissetare gli uomini e abbeverare gli animali. La leggendaria freschezza di Saf Saf era dovuta a un pioppo di trecento anni, situato vicino alla sorgente.
A partire dagli anni 50 all’edificio vengono apposti bellissimi mosaici orientali, e nasce il caffè. Lo spazio prenderà a sua volta le vesti di cabaret, dove si esibirono alcuni tra i più famosi cantanti e compositori tunisini. Tuttora, il pozzo che veniva usato per le carovane, lo fa da protagonista, posizionato al centro del cortile.
Dopo questa immersione, storica e culinaria abbiamo deciso di prendere la via del ritorno, percorrendo lo stesso tragitto dell’andata. Le temperature erano molto elevate, e abbiamo fatto qualche sosta all’ombra durante il tragitto. In totale è stata una pedalata di 50km, e per me che non pratico regolarmente il ciclismo è stato un percorso perfetto, non troppo impegnativo e cosi ricco di avvenimenti e belle viste. Inoltre mi sono sentita molto seguita e al sicuro nel gruppo di Nomadic Bike, che si supporta molto a vicenda.
Non vedo l’ora di fare un altro giro in bici nei prossimi weekend.